Esistono ancora molti pregiudizi sulla terapia di coppia, specialmente da parte degli uomini. Questa resistenza è probabilmente ascrivibile alla stessa indole maschile di avere difficoltà a contattare e ricercare le emozioni profonde e metterle in gioco. La paura dell’ “estraneo” che dia suggerimenti ed indicazioni su questioni private e delicate come quelle della sfera matrimoniale e di coppia, crea una resistenza inconscia verso l’apertura ed un nuovo dialogo con il partner.
Contrariamente ad un famigliare o ad un amico, il terapeuta può restare al di fuori dell’aspetto emotivo senza provare nessun tipo di coinvolgimento. Premesso ciò, bisogna premettere che nessuna terapia o metodo sono funzionali di per sé. Sono infatti importanti e decisive la volontà della coppia di partner o di coniugi, la costanza nel partecipare alla terapia con determinazione e la lealtà nel riconoscere davanti agli altri tutte le difficoltà che si presentano nella relazione.
In presenza di tali presupposti, la terapia e la consulenza di coppia possono dare un ottimo contributo alla soluzione di una crisi coniugale. Un percorso terapeutico non può a priori garantire gli splendori ed i fasti di un tempo. La coppia può però ottenere una maggiore consapevolezza e chiarezza delle problematiche, una migliore comunicazione interpersonale ed una serie di suggerimenti per ritrovare quell’intesa e quella complicità scemate nel tempo,nonché miglioramenti nella vita sessuale, tutti elementi fondamentali per ogni relazione di coppia duratura. Saranno poi gli stessi partner, nella loro vita privata, che trasformeranno questa nuova consapevolezza in una nuova forma di relazione e di equilibrio.
Tale tipologia di terapia è classificata come “breve” ed è una terapia d’elezione per le difficoltà coniugali: problemi di relazione, conflittualità, crisi della coppia, difficoltà nella sfera sessuale, ma anche nel caso di sintomi di tipo nevrotico o psicosomatico a carico di uno dei suoi membri. Riconoscere il disagio ed il sintomo, contestualizzandoli alla luce della fase del ciclo vitale in cui essi si manifestano, è il compito del terapeuta, che deve, inoltre, saper rintracciare le regole di relazione della coppia, della storia personale dei suoi membri e di quella delle loro famiglie d’origine. Gli obiettivi principali, dunque, sono: introdurre gli elementi utili ad eliminare il disagio, modificare gli schemi rigidi e ripetitivi che la coppia mette in atto, riportare l’equilibrio precario in cui si trova la coppia ad uno più funzionale ad essa, facendo leva sulle risorse e sulle potenzialità dei partner.
In altri casi, quando le difficoltà manifestate sono riferite alla separazione, la terapia può aiutare ad affrontare il distacco in modo meno traumatico, nonché, nel caso della presenza dei figli, fornire utili strumenti riguardo alla genitorialità.