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Balbuzie ed ansia sono strettamente collegate tra loro

55 milioni di casi in tutto il Mondo. Gli uomini sono quelli più colpiti. Uno studio USA sembra dimostrare che il difetto sia legato alla forma dell’area del linguaggio ed è presente una correlazione anche con l’emotività. Balbuzie, il disturbo misterioso e, per chi ne soffre, socialmente limitativo che , secondo alcuni scienziati della Tulane University di New Orleans (autori di un lavoro pubblicato sulla rivista Neurology), dipenderebbe da una diversa conformazione del cervello.

Il nervosismo e il ritmo rapido dell’eloquio, spesso riscontrabili nei bambini che balbettano, non sono la causa della loro balbuzie. Sono piuttosto un sintomo del tentativo di affrontarla. Di conseguenza, i consigli “stai tranquillo” o “rallenta” possono, talvolta, rispondere ai sintomi funzionali del parlare, ma non colpiscono la balbuzie in sé. In altre parole, il nervosismo e il ritmo rapido dell’eloquio sono il risultato della paura di balbettare e della vergogna.

Le cause della balbuzie sono molteplici e non possono essere riassunte semplicemente affermazioni comuni quali “sta parlando troppo veloce” o “è nervoso”. La balbuzie è identificata come un disturbo multifattoriale.

Studi sulle neuroimmagini, risultati dell’esame PET (tomografia ad emissione di positroni) o RMN funzionale (risonanza magnetica nucleare) per esaminare balbuzienti adulti, hanno mostrato diversi modelli di attivazione cerebrale quando balbettano, con una maggiore attivazione delle aree dell’emisfero destro e diversi modelli di uso dell’emisfero sinistro, nonché delle strutture subcorticali e cerebrali.

Molte persone che balbettano dimostrano difficoltà in vari parametri di decodificazione uditiva, coordinazione motoria e, in alcuni parametri di controllo neuropsicologico, degli emisferi.

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La balbuzie tende ad avere un certo grado di familiarità e ricerche recenti sembrano indicare origini genetiche in almeno qualche individuo. La maggior parte degli studiosi pensano che una predisposizione alla balbuzie possa essere ereditaria, ma la sua espressione può essere ampiamente determinata dall’ambiente.

Molti bambini hanno problemi concomitanti accanto alla balbuzie, come ad esempio problematiche relative allo sviluppo del linguaggio, disturbi dell’apprendimento, ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività), ecc., che possono contribuire al disturbo o indicare un più pervasivo fattore eziologico sottostante. Quanto si può dire con almeno un grado minimo di basi empiriche è che NESSUN singolo fattore ha mostrato di essere LA causa della balbuzie.

La balbuzie non è causata dai genitori dei bambini.

La balbuzie non è un problema psicologico (anche se può avere conseguenze psicologiche).

La balbuzie non è segno di minore intelligenza, deficienza motoria, o traumi neurologici.

La balbuzie non è semplicemente una cattiva abitudine.

(Fonte: Associazione Italiana Balbuzie e comunicazione)

 Non ci sono cure miracolose per la balbuzie. La terapia, gli strumenti elettronici e anche i farmaci non possono risolvere il problema da un giorno all’altro. Chi soffre di balbuzie, tuttavia, può provare a combattere questo problema da solo o rivolgersi a un logopedista.

Ci sono però anche dei semplici esercizi che è possibile replicare nel momento in cui si presenta questo disagio ed alcuni suggerimenti utili. Eccone alcuni:

  • Mettiti di fronte a uno specchio e immagina che la persona riflessa sia qualcun altro
  • Leggi i libri ad alta voce
  • Visualizza le parole che stai per pronunciare
  • Quando inizi a balbettare, cerca di rilasciare la tensione fra due blocchi di parole
  • Pensa positivo
  • Fai degli esercizi di respirazione
  • Cerca di dare un ritmo alle tue parole
  • Quando fai un discorso, non guardare direttamente una persona in particolare
  • Non preoccuparti delle piccolezze
  • Non temere di chiedere aiuto a uno specialista, se le cose peggiorano
  • Comprendi cosa può fare un terapista
  • Un terapista può anche consigliare un gruppo di supporto

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Che cosa Dovrebbero e Non Dovrebbero Fare i Genitori

  • Cerca di non fare preoccupare il bambino
  • Cerca di non coinvolgere apposta il bambino in situazioni sociali stressanti
  • Ascolta il bambino con pazienza e senza interromperlo
  • Parlagli del suo problema, se lui desidera farlo
  • se viene seguito da un logopedista, chiedi al professionista quando è il caso di correggere educatamente il bambino e quando no. Ascolta i suoi suggerimenti.

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